martedì 15 maggio 2007

Da Ministro della salute Livia Turco a segretari confederali CGIl CISL UIL

Bella la lettera della Ministra della salute e piena di attenti e seri spunti critici per il problema della sicurezza sul lavoro cui segue in allegato la nota trasmessa da CGIL CISL UIL al Presidente della Commissione Lavoro, Sen. Tiziano Treu dopo l’audizione del 26 aprile u.s..: In occasione della festa del lavoro del 1 maggio il Ministro della Salute Livia Turco ha scritto una lettera aperta ai tre Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil. Di seguito anticipiamo alcuni stralci della missiva, pubblicata sul quotidiano L’Unità. "Cari Epifani, Bonanni e Angeletti, oggi l’Italia riparte dal lavoro. Da una nuova dignità del lavoro, dove siano di casa il rispetto della persona e l’attenzione ai suoi bisogni nelle diverse fasi della vita. Dove si possa contare su un sistema di tutela della sicurezza e della salute, quale elemento primario del diritto al lavoro. Il lavoro è vita, non può diventare morte o malattia. Eppure nell’Unione Europea ogni cinque secondi si registra un infortunio sul lavoro e ogni due ore un infortunio si conclude con la morte di un lavoratore. Una strage che disonora le nostre Nazioni e che deve finalmente trovare una risposta capace di interromperla fino a bloccarla del tutto entro pochi anni. Il nostro Paese può fare molto. Abbiamo le competenze e la volontà. Nell’affermazione del diritto alla salute dei lavoratori possiamo anche rivendicare alcuni primati che mi sono stati ricordati pochi giorni fa da un grande amico, Antonio Pizzinato, già vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro. E’ stato lui a rammentarmi che la prima Clinica europea del lavoro fu istituita proprio in Italia, a Milano, nel 1905. E che fummo sempre noi italiani, tra i primi, a promuovere un legame costante tra medicina del lavoro e lavoratori fino alle grandi lotte sindacali degli anni ’70 con le esperienze di Medicina Democratica e le nuove valutazioni sulla sicurezza e la salute dei lavoratori. Cui seguì l’istituzione dei “servizi di medicina del lavoro”, assunti poi come riferimento nella grande riforma sanitaria del 1978 con la quale la tutela della salute dei lavoratori entra tra i grandi compiti della sanità pubblica. Oggi queste conquiste ci potrebbero apparire scontate, ma furono invece oggetto di dure lotte sindacali e di piattaforme rivendicative precise, sostenute da oltre 200 ore di sciopero in tutto il Paese. Poi arrivò la tragedia del 13 marzo 1987, quando 13 lavoratori persero la vita nella stiva in fiamme della gasiera "Elisabetta Montanari", in manutenzione nel porto di Ravenna senza adeguate misure di sicurezza. Fu il più grave incidente sul lavoro dal dopoguerra. E l’emozione che suscitò diede il via alla Commissione d’inchiesta presieduta da Luciano Lama e dalle cui risultanze scaturì, sette anni dopo, la legge 626 che per la prima volta fece della sicurezza del lavoro un quadro sistematico di norme e indirizzi cogenti per tutte le imprese, pubbliche e private. Ma sul lavoro si muore ancora. E quasi sempre non per imperizia o per tragica fatalità ma perché il lavoratore non è adeguatamente protetto dai rischi, perché in molte parti del Paese l’attività ispettiva e di vigilanza è ancora troppo incerta ed episodica e perché ai controlli e alle sanzioni sfuggono troppe aree e tipologie di lavoro. Ma anche per una concezione della prevenzione ancora troppo limitata alla prevenzione dell’evento avverso e non invece alla presa in carico complessiva della tutela della salute del lavoratore. E’ forse questa la maggiore novità del testo unico approvato dal Governo e ora all’esame del Parlamento che non a caso pone l’Asl quale ente di coordinamento dell’insieme delle attività di prevenzione, ispezione e controllo. E nuovo è anche l’approccio che stiamo seguendo nella definizione di un Patto con le Regioni per la promozione della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro. Ne anticipo alcune linee portanti: creazione di un sistema informativo nazionale integrato che elimini l’attuale dispersione delle conoscenze; predisposizione di piani triennali locali con verifica costante dei risultati in termini di riduzione degli infortuni e delle malattie legate al lavoro; vincolo del 2% del Fsn a partire dal 2008 per la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori a fronte di una spesa attuale inferiore all’1%; potenziamento organici e più formazione specifica per i servizi delle Asl; moltiplicazione delle ispezioni, passando dalle attuali 75.000 a un totale di 250.000 l’anno (pari a un’ispezione a settimana per ispettore). Ma oggi siamo di fronte anche a un’altra sfida che potrebbe vederci nuovamente all’avanguardia: la considerazione del lavoro quale determinante importante della salute dell’uomo e della donna, secondo quanto enunciato dall’Oms con la Carta di Ottawa del 1999. Il lavoro quale elemento dell’equilibrio psico-fisico della persona e della sua affermazione sociale e civile. Il lavoro che entra nella sfera del benessere del cittadino, divenendo parte essenziale del programma per “la salute in tutte le politiche”, comprese quelle del lavoro. Una sfida per la quale le donne, in particolare, possono fare molto. Mutuando anche l’esperienza straordinaria delle lotte storiche per una diversa attenzione alla donna lavoratrice e alle sue specifiche esigenze, per la prevenzione dell’aborto, per un diverso equilibrio tra lavoro e famiglia, per il primato della persona rispetto alla produzione. Battaglie che hanno animato tante contrattazioni territoriali e che hanno portato all’istituzione dei consultori e a una diversa consapevolezza dei diritti sociali nel loro complesso. Di tutto questo parleremo a Torino il 25 e 26 giugno nella prima grande conferenza nazionale su salute e lavoro. Ma oggi è il 1 maggio e vorrei che nei nostri cuori questa bella festa fosse dedicata per primi a quei lavoratori e alle loro famiglie che nel lavoro non hanno trovato gioia e soddisfazione ma dolore e sofferenza. E a loro rinnovare una promessa: “mai più”. Livia Turco Roma, 8 maggio 2007 Al Presidente della Commissione Lavoro Sen. Tiziano Treu Senato della Repubblica Oggetto: AS 1507 (Delega al Governo per il riassetto normativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro) Onorevole Presidente, con la presente Le trasmettiamo in allegato le considerazioni di CGIL- CISL- UIL sul progetto di legge di cui all’oggetto, così come ci era stato richiesto nell’audizione informale tenutasi il 26 aprile u.s., di cui La ringraziamo per la tempestività. Le scriventi OOSS colgono l’occasione per riconfermare l’auspicio di una rapida approvazione della delega, onde permettere l’altrettanto rapida emanazione dei provvedimenti delegati. Riconfermando la disponibilità per ogni ulteriore chiarimento, Le inviamo cordiali saluti. CGIL CISL UIL (Paola Agnello Modica) (Renzo Bellini) (Paolo Carcassi) Roma, 14 maggio 2007 A tutte le strutture L O R O S E D I Oggetto: TU salute e sicurezza nel lavoro-primi aggiornamenti Care compagne e cari compagni, il Ddl delega al Governo per il nuovo Testo Unico su salute e sicurezza nel lavoro ha iniziato il suo iter al Senato. In allegato trovate la nota trasmessa da CGIL CISL UIL al Presidente della Commissione Lavoro, Sen. Tiziano Treu dopo l’audizione del 26 aprile u.s.. La stessa Commissione ha deciso di costituire un Comitato ristretto per analizzare lo stesso ddl (AS 1507) e quello presentato dal sen. Maurizio Sacconi (cioè la vecchia bozza di TU che riuscimmo a far ritirare durante la scorsa legislatura). Nei giorni scorsi (il 9 e 10 maggio) siamo stati convocati in due diversi incontri dai Sottosegretari Patta e Montagnino: il primo sulla base della richiesta di incontro avanzata da CGIL CISL UIL il 2 aprile e che vedrà ulteriori momenti di confronto in specifico con il Ministero della Salute (LEA, REACH, Registro esposti cancerogeni, sistema informativo); il secondo, con la partecipazione anche di altre istituzioni e delle parti datoriali, per avviare dei gruppi di lavoro (prioritariamente istituzionali) per iniziare a predisporre i decreti legislativi conseguenti alla delega, ovviamente in stretto rapporto con i lavori parlamentari, per tener conto di eventuali modifiche (non appena avremo lo schema scritto dei gruppi, vi daremo ulteriori informazioni. Anticipiamo che il più importante è il primo, quello “generale”, con la presenza delle parti sociali, e con il compito di redarre la riscrittura del Titolo I del 626 e contemporaneamente di essere “cabina di regia” con compiti di indirizzo e verifica degli altri gruppi). L’insieme di queste azioni dimostrano l’impegno a procedere celermente, tanto che è previsto che il ddl delega vada in Aula Senato subito dopo le elezioni amministrative e entro la fine del mese di maggio. E’ opportuno segnalare che il Comitato ristretto, per rispondere alle ripetute richieste di norme immediatamente applicabili (e quindi senza rinvio alla decretazione delegata), intenderebbe intervenire in tal senso su 5 punti: informazione; formazione; coordinamento; sanzioni; appalti. I due Sottosegretari hanno dato l’assenso ai titoli, ferma rimanendo la verifica dei testi. Poiché il termine per la presentazione degli emendamenti scade il prossimo 16 maggio, va da sé che nelle prossime giornate saremo impegnati a seguire attentamente i lavori parlamentari onde evitare che le buone intenzioni possano tradursi in altro. Punti particolarmente delicati sono quelli relativi al coordinamento delle attività, che all’oggi parrebbero orientarsi correttamente verso le Regioni con articolazioni territoriali (il punto è anche come renderli prescrittivi e l’ipotesi sarebbe attraverso Piani Nazionali di Attività cui connettere parte delle risorse del SSN) e l’altro è riferito al ruolo degli Organismi Paritetici/Enti Bilaterali. Vi terremo ulteriormente informati degli sviluppi e non escludiamo di convocarvi a stretto giro di posta. Buon lavoro, in salute p. la Segretria (Paola Agnello Modica)

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